A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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giovedì 8 settembre 2011

SCUOLA: LIBRI CARTA O E-BOOK? I CONSIGLI DEGLI ESPERTI DEL BAMBIN GESU'

(ASCA) - Roma, 7 set - Il libro elettronico sta conquistando nel mondo larghe fette di consenso non solo per leggere il proprio thriller preferito durante gli spostamenti in metropolitana, ma anche tra i banchi di scuola.

L'intera cartella racchiusa in uno schermo di pochi pollici, nessun albero abbattuto e nessun alibi del tipo ''ho dimenticato il libro a casa''. Ma ancora piu' importante - soprattutto in tempo di crisi - l'utilizzo degli e-book abbatterebbe il fenomeno del caro-libri e delle eredita' dei libri gia' sottolineati e annotati dai fratelli piu' grandi.

Ma se i vantaggi sono indubbi sul fronte della ''logistica'' e della praticita', oltre che dell'economicita', si puo' dire altrettanto dal punto di vista dell'apprendimento? Sembrerebbe proprio di si'. Pur non essendoci ancora una letteratura scientifica sufficientemente vasta a sostenere questa linea, in termini di ausilio per l'apprendimento gli e-book non avrebbero nulla da invidiare ai libri di testo stampati. Anzi.

''Un e-book offre numerose risorse in piu' per un bambino - evidenzia Stefano Vicari, responsabile della Neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu'- . Sottolineare il testo, selezionarlo, attivare immediatamente delle ricerche nel web con un semplice tocco, sono solo alcune delle possibili attivita' eseguibili per uno studente.

Ma il vero vantaggio i libri elettronici lo manifestano proprio a favore di quei ragazzi che per un motivo o per un altro hanno un difficile rapporto con i libri. Un bambino che ha una difficolta' di apprendimento potra' ingrandire il carattere a piacimento, diversificare il contrasto tra sfondo e testo, aumentare la distanza tra le lettere o tra una riga e l'altra, cosi' come attivare la funzione audio per ridurre le difficolta' legate alla dislessia''.

''Leggere, dunque, non ad alta voce pero' - continua Vicari - a differenza di quello che viene spesso richiesto agli alunni. Leggere ad alta voce quando si hanno difficolta', riduce la velocita' di lettura e puo' compromettere la comprensione del testo. Curare solo la forma, come ad esempio badare troppo a non fare errori spesso, riduce infatti l'attenzione sul contenuto del brano da apprendere. E questo vale per tutti, tanto piu' per chi ha disturbi dell'apprendimento''.

''Schematizzare e riassumere per facilitare l'apprendimento e quindi l'esposizione orale o scritta in sede di verifica'', consigliano gli esperti del Bambino Gesu'.

Per aiutare bambini e ragazzi, le famiglie, ma anche gli insegnanti ad affrontare con serenita' il nuovo anno scolastico, l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' ha aperto uno spazio dedicato sul Portale Sanitario Pediatrico www.oaspedalebambinogesu.it, costantemente implementato con le indicazioni degli specialisti. Si va dall'alimentazione piu' adatta agli studenti, alle indicazioni su postura e zaini, ad approfondimenti su temi rilevanti come il bullismo tra i giovani e il rapporto con le nuove tecnologie.

martedì 6 settembre 2011

Dislessia, nuove misure a favore di studenti con DSA

Tratto da Sophia - pagina iniziale

5 Settembre 2011
Il Ministro dell‘Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini ha firmato il decreto attuativo della legge 170/2010 che riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento (DSA). La legge tutela il diritto allo studio dei ragazzi con DSA individuando e puntando soprattutto su nuove forme didattiche, su adeguate modalità di valutazione e su una specifica formazione dei docenti. Secondo le ultime rilevazioni del Miur, del febbraio 2011, sono circa 70 mila gli alunni con diagnosi di DSA, ma secondo recenti ricerche scientifiche la percentuale della popolazione scolastica interessata dai DSA va dal 3% al 5%, pertanto il numero dei casi non ancora diagnosticati potrebbe riguardare oltre 200 mila alunni. Il Miur guarda a questo problema con massima attenzione e promuove, anche attraverso nuove Linee Guida, il successo formativo - a scuola e all’università – di alunni e studenti con DSA, garantendo il supporto alle loro famiglie.
Misure educative e didattiche
Con il decreto attuativo e le Linee Guida, sono individuate, ai sensi della Legge 170/2010, le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento, fin dalla scuola dell’infanzia. Le Linee Guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare interventi personalizzati, che puntano sulla centralità delle metodologie didattiche.
Strumenti compensativi e misure dispensative
Il decreto prevede strumenti didattici e tecnologici (strumenti compensativi) che facilitano lo studio degli alunni con DSA:
* sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
* il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
* i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;
* la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo.
Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni particolarmente difficoltose a causa del disturbo. Per esempio, si può essere dispensati dalla prova scritta di una lingua straniera, in corso d’anno e in sede di esame, e svolgere prove sostitutive equipollenti (con un computer dotato di sintesi vocale o in forma orale).
Rapporti con le famiglie
Particolare importanza riveste il rapporto con le famiglie degli alunni con DSA. Nel primo periodo di approccio dei figli con la scuola primaria, le famiglie sono poste di fronte a difficoltà inattese e necessitano di essere supportate e informate con professionalità e costanza sulle strategie didattiche che di volta in volta la scuola progetta per i loro figli, sulle verifiche e sui risultati attesi e ottenuti. Per tali necessità, le istituzioni scolastiche organizzeranno con maggior frequenza incontri con le famiglie interessate, affinché l'operato dei docenti risulti conosciuto, condiviso e coordinato con l'azione educativa della famiglia stessa.
Formazione per i dirigenti scolastici e i docenti
Il MIUR ha già avviato e finanziato azioni di formazione su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di avere un ‘referente per la dislessia’ in ogni scuola. Ad oggi, interventi di formazione sono stati realizzati in dodici regioni italiane. In altre sei saranno avviati entro l’anno. A partire dal prossimo anno accademico, in accordo con la Conferenza nazionale permanente dei Presidi di Scienze della Formazione, il Ministero promuoverà percorsi di alta formazione attraverso l’attivazione, in 32 università, di Corsi di Perfezionamento o Master in “Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento”, rivolti a dirigenti scolastici e a docenti delle scuole di ogni ordine e grado. I corsi hanno durata annuale, con relativa acquisizione di 60 CFU (Crediti Formativi Universitari). Per realizzare un’offerta formativa flessibile, che si adatti ai diversi bisogni formativi del personale della scuola, i corsi sono articolati in tre moduli, ciascuno equivalente a 20 CFU, corrispondenti rispettivamente ad un livello ‘base’, ‘intermedio’ e ‘avanzato’, che possono essere frequentati anche singolarmente.
L’articolazione generale prevede almeno ¼ dell’impegno didattico dedicato ad esperienze laboratoriali, applicative delle cognizioni teoriche apprese, svolte a scuola, con certificazione delle attività da parte del Dirigente scolastico, o di tirocinio con tutor presso centri specializzati e scuole selezionate.

Scuola Media Statale G. Massaia di S. Giorgio a Cremano - Primo corso di informazione/formazione


Oggi presso la Scuola Media Statale G. Massaia di S. Giorgio a Cremano ha avuto inizio il primo di una serie di incontri di informazione/formazione dell'Associazione D.S.A. - Dislessia, un limite da superare. Il corso è stato tenuto dal Foniatra dott. A. Di Somma. Prossima data 13.9.2011 a Portici presso il II° Circolo



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lunedì 5 settembre 2011

Didattica mirata per i casi di dislessia

Con il nuovo anno scolastico arrivano importanti novità per gli alunni dislessici. Sono circa duecentomila i soggetti potenzialmente interessati.
La dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia sono adesso riconosciuti come disturbi specifici di apprendimento (Dsa). La dislessia è un disturbo che può manifestarsi, negli alunni, appena sottoposti all'apprendimento della lettura e della scrittura. Queste difficoltà provocano conseguenze sia sul piano degli apprendimenti, sia sul piano psicologico.
Fino a oggi, in diversi casi, questi alunni hanno dovuto subire ingiuste bocciature e umilianti trattamenti, perché considerati come svogliati e poco attenti, piuttosto che persone con difficoltà con la necessità di essere seguiti attraverso interventi didattici mirati. Il decreto attuativo e le linee guida, che arrivano dopo la legge 170/2010, attesa da dieci anni e recentemente approvata, prevedono misure in grado di favorire il successo scolastico di questi alunni. Arriveranno, adesso, nelle scuole, strumenti utili come registratori vocali, programmi di videoscrittura con correttore ortografico e calcolatrici.
Le scuole hanno il compito di segnalare alle famiglie le eventuali evidenze di disturbi specifici di apprendimento, in modo da avviare il percorso per una corretta diagnosi. Dopo l'individuazione di un alunno con Dsa, la scuola si farà carico, di attivare interventi didattici individualizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l'indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate. Ricadute di questo processo ci saranno pure sulla valutazione, che deve avvenire consentendo all'alunno di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto.
Nei casi più gravi è anche possibile prevedere apposite misure dispensative, cioè interventi che consentono all'alunno di non svolgere alcune prestazioni particolarmente difficoltose a causa del disturbo. Ad esempio, nel caso in cui ricorrano particolari condizioni, l'alunno potrà essere dispensato dalla prova scritta di una lingua straniera, in corso d'anno e in sede di esame, e svolgere prove sostitutive.

Maturità, addio al quizzone

Il progetto: un test per uniformare i giudizi delle scuole

ROMA - Sono usati da tempo alle elementari e alle medie, l'anno scorso hanno debuttato alle superiori. Adesso per i test Invalsi è arrivato il momento della Maturità e a giugno 2012 saranno sperimentati su base volontaria durante gli esami di Stato. Sono le famose prove standard, quelle che tanto hanno fatto discutere negli ultimi mesi e che, essendo uguali per tutti, hanno l'obiettivo di misurare il livello degli studenti a prescindere dal variabile metro di giudizio dei loro professori. Il ministero dell'Istruzione sta già cercando le scuole che vorranno aderire volontariamente al progetto. Dovrebbero essere un centinaio, l'idea è trovarne una per ogni provincia in modo da avere un campione rappresentativo di tutto il territorio.

Se la sperimentazione dovesse andare bene, dall'anno successivo - e quindi dalla Maturità del 2013 - il test Invalsi potrebbe diventare obbligatorio per tutti i maturandi. E prendere il posto del quizzone, la terza prova che oggi consiste in una serie di domande su cinque materie preparate dalle singole commissioni e quindi diverse da scuola a scuola. Ecco, ma il test Invalsi della Maturità quali materie potrebbe toccare? Sicuramente italiano e matematica, come già avviene alle elementari e alle medie. Ma si studia l'ipotesi di una prova standard anche per la lingua straniera. Una volta a regime, e quindi non prima del 2013, il test Invalsi potrebbe far media nel voto di maturità, come oggi avviene per l'esame di terza media. Durante la sperimentazione, invece, il risultato resterà fuori dal voto finale.