A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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mercoledì 13 luglio 2011

Il terrore delle prove Invalsi

So, per esperienza, che è il terrore di ogni giovane che affronta la prima media, capace di suscitare incontrollabili farfalle allo stomaco: è la prova Invalsi.
Per un anno hai il timore di come andrà, ti prepari e studi per giorni prima dell’esame ed alla fine non sai che risultati potrai ottenere.
L’anno scorso ci hanno fatto “allenare” come se dovessimo andare alle Olimpiadi. I giorni prima del test erano un susseguirsi di simulazioni di matematica e di italiano.
Tutti avevamo una certezza: che ci attendeva una durissima prova piena zeppa di domande abbastanza difficili.
Poi è arrivato il tanto atteso giorno, i controlli sono stati strettissimi. Le professoresse di matematica assistevano durante il test di italiano, mentre quelle di italiano erano presenti durante i test di matematica.
Abbiamo passato due ore a segnare crocette e a pensare, pensare… sperando di aver fatto il compito tutto giusto; ma anche temendo di aver sbagliato tutte le domanda, e così ci sentivamo afflitti da continui dubbi.
Ricordo di aver tirato, alla fine della prova, un sospiro di sollievo. Ce l’avevo fatta, bene o male non mi importava più, mi ero tolto un pesantissimo macigno dalle spalle.
Un’ improvvisa sensazione di leggerezza mi ha assalito, ero contento, ma lo sono stato di più quando ho saputo che i risultati della mia scuola sono stati tra i migliori d’Italia.
Quindi mi appello a voi ragazzi di prima media, non abbiate paura e ricordate, l’unico modo per farcela è studiare.
Francesco Miccichè
Scuola Media Pirandello Agrigento
2 E

martedì 12 luglio 2011

LE DIFFICOLTÀ DEI BAMBINI DISLESSICI: SCARSA AUTOMATIZZAZIONE DI LETTURA E SCRITTURA

Le difficoltà dei bambini dislessici: scarsa automatizzazione di lettura e scritturaLa dislessia evolutiva è un disturbo dell’apprendimento a che impedisce l’automatismo nella gestione dei fonemi e dei segni grafici. I problemi cominciano già in prima elementare e nonostante i bambini dislessici comprendono il testo la lettura resta sempre lenta e difficoltosa. La musicoterapia sembra associarsi alle terapie classiche con ottimi risultati in questi bambini
Di
Francesca Cilento

 Criteri diagnostici dei bambini dislessici
La dislessia è un disturbo che colpisce le procedure automatiche di transcodifica dei segni scritti in quelli fonologici in individui che siano privi di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali. Questi disturbi devono essere persistenti e causare delle conseguenze negative sulla vita sociale e scolastisca. La dislessia evolutiva diventa evidente intorno alla terza elementare quando il bambino dovrebbe aver acquisito ormai una certa velocità nella lettura. Si distinguono dai cattivi lettori perché i bambini dislessici comprendono il testo nonostante la velocità di lettura sia scadente. La dislessia viene diagnosticata da uno psicologo o da un insegnante specializzato: è importante che venga diagnosticata precocemente.

Diverse cause nei bambini dislessici

Identificare le cause della dislessia è un compito difficile perché le aree del cervello specializzate nella comprensione e nella produzione del linguaggio sono molte e diverse. I disturbi dei bambini dislessici quindi dipendono da quali aree sono interessate tra quelle coinvolte nella lettura, nella scrittura, nell’ortografia, ecc. Le indagini neurologiche mostrano un diverso funzionamento nell’elaborazione delle informazioni da parte dei bambini dislessici e questo può riguardare il recupero delle informazioni, la loro organizzazione o la velocità di elaborazione. Ad ogni modo i bambini dislessici presentano un normale range di intelligenza. Ci sono due livelli di gravità: medio-lievi (fluenza di lettura sufficiente) e severi (le difficoltà rendono difficile la comprensione).

Le fasi delle dislessia evolutiva

I bambini dislessici cominciano a presentare dei sintomi a partire dalle prime fasi di apprendimento, cioè in prima elementare. Si distinguono dagli altri studenti perché imparano lentamente il codice alfabetico e alterano grossolanamente la struttura fonologica delle parole lette. Le parole note e riconosciute sono limitate. Successivamente tra la seconda e la quarta elementare i bambini dislessici apprendono gradualmente l’alfabeto, ma possono persistere delle difficoltà nel controllare le parole più complesse. Le operazioni di analisi e sintesi fonemica non sono veloci o automatizzate.

Terapie per i bambini dislessici

Ogni percorso terapeutico si basa sulle caratteristiche psicologiche specifiche dell’individuo seguendo due linee guida. Una parte dell’intervento si prefigge di ridurre le lacune a carico delle competenze di base legate alla percezione e alla fonologia, mentre parallelamente si lavora per migliorare la velocità di lettura. È importante che i due percorsi siano graduali e affiancati per permettere ai bambini dislessici di poter apprezzare velocemente i primi risultati e sostenere così la loro motivazione.

Un approccio innovativo è quello che usa la musica per aumentare la sensibilità del cervello ai suoni. L’esposizione alla musica è utile al cervello durante lo sviluppo di bambini dislessici, così come per quelli autistici, ma anche per i normodotati. I ricercatori della Northwestern University di Chicago hanno rilevato che suonare uno strumento ha degli effetti sul tronco encefalico (che governa diverse funzionalità automatiche come la respirazione). La musicoterapia può aiutare ad interpretare le sfumature del linguaggio e anche insegnare ad esprimere le emozioni.

Fonte immagine: hooverine