A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

venerdì 13 maggio 2011

MATERIALE DI ANALISI CONTRO LE PROVE INVALSI E F.A.Q.

Pubblicata da Senza tregua
Quest’anno per la prima volta anche gli studenti delle scuole superiori saranno sottoposti alle prove INVALSI, l’istituto per la valutazione del sistema d’istruzione, come già introdotto negli anni precedenti nelle scuole elementari e medie. I risultati statistici di queste prove vengono presentati con grande risalto e messi in correlazione con la necessità di sviluppare progressivamente sempre maggiori forme di omologazione del sistema di valutazione dell’apprendimento (e in parte anche degli insegnanti).


Perchè i test INVALSI sono dannosi per la scuola pubblica?


  1. Creano scuole e studenti di serie A e serie B. Secondo il progetto del Ministero infatti parti sempre più cospicue di finanziamenti dovranno essere assegnate sulla base dei risultati dei test INVALSI. In poche parole al posto di intervenire sulle situazioni più difficili, con apposite sovvenzioni ed interventi (anche economici) si accetta che il livello conseguito sia la base su cui dare i finanziamenti. Una sorta di Robin Hood al contrario, in cui tutto è valutato sulla base di una logica di conseguimento del risultato, di stampo manageriale, e non sotto il giusto profilo che una materia delicata come l’istruzione richiederebbe. La situazione italiana dimostra gravi squilibri dell’istruzione tra nord e sud del paese, centro e periferie delle città. I finanziamenti sulla base del “merito” contribuiranno solo ad acuire questa divisione, non associando a tutti gli studenti un livello uguale di istruzione, diritto costituzionalmente garantito. La sperimentazione prevede di utilizzare l’esito dei test per stilare una graduatoria tra scuole assegnando un premio di 70.000 euro a quelle risultate migliori , per quest’anno in via sperimentale, per i prossimi molto probabilmente in modo definitivo.
  2. Implicitamente finanziano le private. Poiché, come chiarito dalla nota del MIUR anche le scuole paritarie parteciperanno ai test, anche loro saranno iscritte nelle graduatorie e potranno accedere ai fondi previsti.
  3. Cambiano il modello di scuola in peggio. L’idea del test a crocette è un approccio didattico completamente opposto a quello tradizionalmente adottato nel nostro paese. Da una parte un modello asettico che punta ad inculcare un dato ed una verità prestabilita, non contestabile e non inquadrabile, anche criticamente, in un discorso complessivo; dall’altro l’idea della necessità dello sviluppo di un pensiero critico soggettivo affiancato in modo inscindibile dal dato oggettivo. Il fatto che questi test diventino fondamentali per le scuole (a partire dal loro approvvigionamento economico) sta radicalmente modificando l’insegnamento stesso delle materie e le attività didattiche. Così spuntano libri per “la preparazione al test invalsi”, spesso ore di insegnamento sono sacrificate alla preparazione dei test perché i docenti per “non fare brutta figura”, spesso su spinta dei Dirigenti Scolastici, investono sulla preparazione degli alunni a questi test. Come sottolineato dagli stessi insegnanti: «nel giro di qualche anno le materie interessate dall’INVALSI hanno cambiato natura; pensiamo ad esempio alla prova di italiano

Fatta la legge trovato l'inganno

La nuova legge n. 170 sui Disturbi specifici dell'apprendimento, a pochi mesi dalla sua approvazione, rischia di naufragare nell'inapplicabilità ed essere resa obsoleta, rendendo inutile il faticosissimo il lungo percorso fatto dalle associazioni per la sua approvazione.
In vista delle linee guida che associazioni e genitori attendono con interesse, è necessario fare un approfondimento di rilevante importanza ai fini del successo scolastico degli alunni con Dsa, riguardo ad alcune questioni importanti verificatesi in ambito scolastico nazionale in seguito all'approvazione della legge.
Alle associazioni presenti su territorio nazionale, è stato segnalato da molte famiglie, che la nuova legge, è stata accolta dalla maggior parte delle scuole, con molta diffidenza ed una forte resistenza da parte degli insegnanti nell'applicare tutto quanto concerne gli aspetti compensativi e dispensativi, e là dove la 170 prevede che tutti i docenti valutino la preparazione dei soggetti dislessici attraverso forme di verifica adeguate alle loro necessità formative.
L'articolo 4 “assicura un'adeguata preparazione” dei docenti riguardo queste problematiche e stanzia due milioni di euro per il biennio 2010-2011; ma sembra che la maggioranza delle scuole non abbia a tutt'oggi docenti formati per affrontare la dislessia.
Allo stato attuale non si è riscontrato un utilizzo dell'autonomia scolastica finalizzato ad attuare una “flessibilità didattica” che dia risposte efficaci alle esigenze degli alunni dislessici e alla legge 170.

mercoledì 11 maggio 2011

Metronapoli.it parla di noi

DISLESSIA, UN LIMITE DA SUPERARE.
11/5/2011 - L'Associazione D.S.A. - Dislessia, un limite da superare presenta l'iniziativa pubblica a Villa Bruno - S. Giorgio a Cremano dal tema: DISLESSIA - COME CONOSCERLA, COME AFFRONTARLA. Un percorso tra famiglie, scuole ed istituzioni

PROVE INVALSI - COSA NON POSSONO FARE I DIRIGENTI SCOLASTICI

…e come, invece, vengono scaricati dal MIUR
-
più in assenza di essa o con delibera contraria;
anche in presenza di una delibera di adesione del Collegio alle prove INVALSI e tanto
-
 
Ogni docente ha predisposto una programmazione costruita sul principio della
libertà di insegnamento, garantito dall’art. 33 della Costituzione Italiana; tale
programmazione può essere modificata solo e soltanto con il consenso del docente
e, pertanto, il dirigente scolastico:
1) non può cambiare la programmazione giornaliera di un docente senza il suo consenso;
2) non può obbligare l’insegnante di classe a svolgere e/o assistere alle prove INVALSI;
3) non può spostare un docente da una classe all’altra con la finalità di effettuare le prove;
4) non può cambiare l’orario dei docenti;
5) non può spostare gli alunni di una classe fuori dalla loro aula senza il consenso
dell’insegnante di classe al quale, secondo l’assegnazione formale e l’orario delle
lezioni definito all’inizio dell’anno, ha affidato la responsabilità della stessa;
6) non può imporre nella classe di un docente che non intende collaborare con l’INVALSI,
la presenza di un altro docente o personale esterno che “somministri” le prove;
7) non può obbligare alla correzione degli elaborati durante l’orario di servizio (comprese le
ore di programmazione settimanale alle elementari).
Eventuali ordini di servizio su questi argomenti si configurano non solo illegittimi ma riteniamo
addirittura ILLEGALI in quanto istigherebbero ad un reato (interruzione di pubblico servizio).
In Italia non esiste il lavoro straordinario obbligatorio; pertanto il dirigente:
8) non può convocare i docenti per riunioni preparatorie alle prove INVALSI, a meno che
tali riunioni non siano state previste nel Piano Annuale delle attività (e dunque deliberate
dal Collegio Docenti di inizio anno), l’attività INVALSI sia stata deliberata in Collegio dei
Docenti, sia stata inserita nel Contratto d’Istituto, ed infine (solo se sono stati rispettati i
precedenti passaggi), ove vi sia la disponibilità dei singoli insegnanti;

TEST INVALSI AL VIA TRA POLEMICHE, GELMINI 'AVANTI TUTTA'

08:26 11 MAG 2011
(AGI) - Roma, 11 mag. - Invalsi si', Invalsi no. Mentre oltre 2 milioni e 200mila studenti si cimentano nei test d'apprendimento predisposti dall'Invalsi, non si placa la polemica tra chi e' sicuro che i nuovi quiz miglioreranno l'intero sistema scolastico (con il ministro Gelmini in prima linea) e chi, a partire dai sindacati, continua a osteggiarli fino al boicottaggio. Cosi', Piero Bernocchi dei Cobas parla del "carrozzone Invalsi" con "le ruote a terra e i presidi-padroni che proveranno con minacce, imbrogli e blandizie a far svolgere nelle scuole gli ignobili, grotteschi e distruttivi quiz Invalsi", mentre la Flc Cgil torna a ripetere che "il criterio di un serio sistema di valutazione non puo' essere solo quello dell'apprendimento finale". Anche perche', riferisce chi li boicotta, "anziche' essere una prova valida per sondare il merito e la qualita' degli istituti scolastici, non fanno altro che ledere la loro privacy". Sono molti che insegnanti che per protesta si sono rifiutati di sottoporre i loro studenti ai quiz, sostenendo che sono troppo difficili, soprattutto per i bambini delle elementari, e che le prove saranno utilizzate per classificare scuole, docenti e studenti, con l'obiettivo finale di differenziare le buste paga degli insegnanti.
  Tensioni e polemiche comunque non hanno scoraggiato il ministro per l'Istruzione Mariastella Gelmini, che proprio oggi ha continuato a difendere le valutazioni e ha rilanciato: "Sui test Invalsi non torno indietro, e dal 2012 si faranno anche in inglese". Anche se la prova in lingua nell'esame di licenza del primo ciclo incontra sul suo percorso il nodo, tutto da chiarire, del possibile esonero dall'insegnamento, come previsto attualmente dalla legge 171/2011 sulla dislessia. E' troppo presto per fare un bilancio: le prove si svolgono da ieri e per i prossimi tre giorni, e solo tra un mese si potra' fare una prima valutazione complessiva . Dopo quelle di ieri su italiano, matematica e 'il questionario dello studente' per la classe II della scuola secondaria di secondo grado, oggi e' la volta della prova preliminare di lettura (decodifica strumentale) della durata di due minuti per la II primaria, e quella di italiano per la II e V primaria. Giovedi' torna la prova di italiano e matematica, insieme con il 'questionario studente' per la classe I della secondaria di primo grado; i test si chiudono il venerdi' con le prove di matematica per la II e V primaria e il 'questionario studente' per la V primaria. Con il via ai test, la strada e' spianata. Ma ancora non e' certo se in discesa o in salita. La linea di viale Trastevere sembra essere comunque quella di andare 'avanti tutta'.

martedì 10 maggio 2011

Circolare 133 - Prove INVALSI 2011 - Servizio Nazionale di Valutazione

Trieste, 16 febbraio 2011

Ai docenti delle classi II e V primaria e I secondaria di primo grado
Alle famiglie degli alunni delle classi II e V primaria e I secondaria di primo grado

Oggetto:
Prove INVALSI 2011 - Servizio Nazionale di Valutazione (SNV)
Rilevazione degli apprendimenti 2010/11 - Acquisizione informazioni di contesto - Privacy

L'INVALSI - Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione - è l 'Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto l 'eredità del Centro Europeo dell 'Educazione (CEDE).

Con la rilevazione 2010/11 l 'INVALSI, in attuazione dei compiti attribuiti dalla normativa vigente e degli obiettivi individuati dalla Direttiva del Ministro dell 'Istruzione, dell 'Università e della Ricerca n.67 del 30 luglio 2010, registrata dalla Corte dei Conti il 20 settembre 2010, deve realizzare, nella prima metà del mese di maggio 2011, la rilevazione degli apprendimenti degli studenti frequentanti le classi II e V della scuola primaria, I della scuola secondaria di primo grado, II della scuola secondaria di secondo grado sia nelle scuole statali sia in quelle paritarie.

Ogni Istituzione Scolastica deve contribuire in modo significativo al conseguimento degli obiettivi del SNV 2010/11, che puntano alla misurazione dei livelli di apprendimento in Italiano e Matematica raggiunti dagli alunni della seconda e quinta classe della scuola primaria e dagli studenti della classe prima della scuola secondaria di primo grado.

La somministrazione della Prova di Italiano e Matematica avverrà nella scuola primaria in giornate diverse, per ridurre l 'effetto di affaticamento degli allievi, e in un unico giorno nella scuola secondaria di primo grado, secondo il seguente calendario:

DATE DELLE RILEVAZIONI NELLA SCUOLA PRIMARIA:

mercoledì 11/05/2011:
classi seconde scuola primaria: prova preliminare di lettura (scritta a tempo della durata di pochi minuti per testare la capacità di lettura/decodifica raggiunta da ciascun allievo) e prova di italiano
classi quinte scuola primaria: prova di Italiano

venerdì 13/05/2011:
classi seconde scuola primaria: prova di matematica
classi quinte scuola primaria: prova di matematica e questionario studente

DATA DELLA RILEVAZIONE NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO:

giovedì 12/05/2011:
classi prime scuola secondaria 1° grado: prova di italiano, di matematica e questionario studente

Seguiranno istruzioni dettagliate per l'organizzazione della somministrazione delle prove.

Anche per il 2011 è prevista la raccolta di informazioni di contesto per ogni studente partecipante alla rilevazione SNV.

Si chiede ai docenti delle classi II e V primaria e I secondaria di 1° grado dell'Istituto di consegnare alle famiglie degli alunni iscritti alle suddette classi l'allegata Scheda famiglie per la raccolta delle informazioni di contesto unitamente all'informativa sulla privacy dell'INVALSI e la busta, per assicurare la raccolta non in forma anonima ma in forma riservata delle informazioni di contesto.

ALLEGATI

Tali Schede andranno compilate a cura delle famiglie, restituite ai docenti entro il 23/02/11 e da questi subito consegnate alla Segreteria.

Si ringrazia per la collaborazione.

Il Dirigente scolastico reggente
Delia Bloise

Studenti valutati con i test Invalsi

Tratto da TuttoscuolA.com
Oltre mezzo milione di studenti del secondo di scuola secondaria superiore (statale e paritaria) affrontano questa mattina i test di rilevazione degli apprendimenti in lingua e matematica predisposti dall'Invalsi. Gli studenti delle superiori sono i primi quest'anno ad essere sottoposti ai test; seguiranno gli studenti della primaria (seconde e quinte classi) e della scuola secondaria di I grado (prime classi).
Quest'anno l'appuntamento della rilevazione è stato preceduto, soprattutto per la secondaria di II grado, da una campagna ostile, promossa in particolare dai Cobas che sono riusciti a indurre diversi collegi di docenti a votare mozioni di astensione dalle prove.
Le motivazioni per rifiutare sono state le più disparate: dal timore di essere valutati al rifiuto di una prestazione non prevista dal contratto, ma sotto sotto il vero motivo sembra essere quello di volere dare fastidio al ministro e punirla pe la sua politica sulla scuola.
Ma se una parte della categoria si è dimostrata critica verso i test, ignorando anche i chiarimenti dell'Amministrazione scolastica che ha più volte affermato che essi servano prima di tutto proprio ai docenti per un'pportuna autovalutazione di istituto, un'altra parte, inaspettatamente, non solo è convinta della validità della rilevazione, ma ha deciso di farne un uso valutativo immediato.
Risulta infatti che in molti istituti di tutto il Paese i professori abbiano deciso di utilizzare le prove predisposte dall'Invalsi per integrare la valutazione dei propri alunni in italiano e matematica.
A un mese dalla fine dell'anno scolastico, dunque, le prove Invalsi saranno oggetto di una iperconsiderazione positiva, tanto da concorrere alla valutazione finale degli studenti, pur non essend questo lo scopo effettivo della rilevazione.
Forse nemmeno l'Invalsi si aspettava tanto.  

"Quiz Invalsi, una schedatura illegale" Le scuole della capitale guidano la protesta

Istituti contrari. Gli studenti:" Così boicotteremo i test ministeriali". Le prove verranno consegnate in bianco. E molti genitori terranno i figli a casa
Da La Repubblica di SARA GRATTOGGI
I test Invalsi dividono il mondo della scuola che si accinge a somministrare agli studenti le prove dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione. I primi ad affrontare i quiz, oggi, saranno gli alunni di seconda superiore, seguiti da quelli di medie e elementari, ma in molte scuole romane è scattato il boicottaggio da parte di alcuni studenti, docenti e genitori.

"In più di cento scuole d'Italia, di cui il 40 per cento a Roma, i collegi docenti hanno deliberato di non aderire allo svolgimento dei quiz - riferiscono i Cobas - Ma da quanto ci risulta molti presidi hanno diramato ordini di servizio" per spingere gli insegnanti a collaborare. Alla base del rifiuto, secondo il sindacato, "c'è la contrarietà alla logica di attribuire finanziamenti alle scuole e di valutare i professori in base ai risultati delle prove". Mentre il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando parla di "violazione della privacy" perché con i test "che non sono anonimi, dato che sono riconducibili attraverso un codice ai nominativi dei singoli alunni, verranno chieste a minorenni informazioni personali, dati sensibili, senza l'autorizzazione dei genitori".
"Le scuole dove si segnalano iniziative contro le prove Invalsi sono Giulio Cesare, Socrate, Virgilio, Cavour, Albertelli, Orazio, Giordano Bruno, Aristotele, Visconti, Ripetta, Pinturicchio, Margherita di Savoia, Aristofane Augusto, Rusell, Kant, Lombardo Radice, Pasteur" informa il collettivo Senza Tregua, che ribadisce "l'invito agli insegnanti a non discriminare gli studenti che sceglieranno di rifiutare i test".

Al liceo Cavour, ad esempio, i ragazzi hanno deciso di "consegnare in bianco i quiz - spiega Valerio Carocci, rappresentante d'istituto - Mentre per le classi campione c'è l'alternativa dell'assenza di massa". Anche la maggioranza dei docenti, in un documento, aveva espresso la propria contrarietà ai test a crocette standardizzati, ma la preside assicura che la loro somministrazione si svolgerà regolarmente.

Simile il caso del Mamiani, dove la maggior parte degli insegnanti si era dichiarata contraria alle prove, che però si terranno comunque perché, informa il preside, "sono obbligatorie per l'istituto". Per questo, alcuni genitori hanno deciso di tenere i propri figli a casa: "La cultura non si misura con i quiz - spiega una mamma, Alessandra Carnicella - Scriverò sulla giustificazione di mio figlio che sono contraria ai test Invalsi".
Alla scuola elementare Maffi, invece, il collegio docenti si è spaccato: la maggioranza aveva deliberato "la non adesione" alle prove "anche nei termini della collaborazione attiva", ma una minoranza ha invece chiesto di poterle somministrare.

La preside, Renata Puleo (che aveva espresso il proprio "dissenso di natura epistemologica, educativa, professionale sull'operazione Invalsi"), ha dunque lasciato libertà individuale agli insegnanti, ma spiega: "Alcuni genitori mi hanno diffidata dal somministrare le prove ai loro figli e in quei casi li farò uscire dalle classi".

La guerra delle prove Invalsi in alcune scuole faranno media

Trattoa da Il Messaggero - di Alessandra Migliozzi
ROMA - Prove Invalsi al via. Da domani e fino a venerdì oltre due milioni di studenti si cimenteranno con i test di valutazione nazionale che misurano le capacità di apprendimento degli alunni in matematica e italiano. I ragazzi delle seconde superiori partecipano per la prima volta. Alle medie e elementari il quiz è prassi. Ma quest’anno in alcune scuole la prova farà media in pagella: sarà contata come un compito in classe.

Non c’è obbligo di legge che lo preveda, ma istituti come la media Settembrini di Roma, hanno deciso di sfruttare l’occasione per poter interrogare i loro ragazzi. In altre realtà, invece, è guerra ai test. Mentre il ministro Gelmini annuncia di voler portare la prova Invalsi alla maturità «dal 2012», decine di collegi docenti hanno deciso di boicottarla. Il ministero ha stigmatizzato la scelta, ma non prevede l’invio di ispettori.

Da domani e fino al 13 dovranno cimentarsi con domande di matematica e italiano poco più di 1 milione di ragazzini di seconda e quinta elementare, 570mila alunni di prima media, 530mila ragazzi delle seconde delle superiori. E ci sono novità: per la matematica, spiega Roberto Ricci, responsabile del Servizio nazionale di valutazione dell’Invalsi, «ci saranno più prove argomentative, come hanno sollecitato i docenti. In generale ci saranno più domande a risposta aperta sia in matematica che italiano». Anche per schivare l’accusa di testificio più volte piombata sull’Invalsi. E «saranno più lunghi i tempi per rispondere». In seconda primaria i minuti per materia passano da 30 a 45, in quinta elementare e prima media da 60 a 75. Alle superiori c’è un’ora e mezza per materia.

I test partono in un clima rovente. Con i Cobas che fanno campagna per boicottarli («sono un tentativo malcelato di valutare i docenti»), genitori che annunciano di non portare i figli a scuola e studenti, come quelli del collettivo romano Senza Tregua, che si preparano a consegnare in bianco. «Per noi - dicono da Senza Tregua - è illegale utilizzare i test per la valutazione interna. In licei di Roma come il Giulio Cesare, l’Orazio, l’Albertelli consegneremo in bianco o non entreremo in classe. Le prove non sono obbligatorie. Poi c’è un problema di privacy: si deve rispondere anche a domande su dati sensibili e le schede non sono anonime».

I collegi docenti sono divisi: ci saranno scuole che non faranno i test, come il liceo De Chirico di Roma, altre dove solo una parte delle classi aderirà, altre dove la partecipazione sarà massiccia. Alla Maffi di Roma molti insegnanti erano per il no, i favorevoli si sono opposti e vogliono andare avanti da soli. Al De Chirico «i professori hanno optato per il no - dice il vice preside - ma prima o poi ci dovremo adattare». In altre scuole la polemica è talmente superata che la novità è un’altra: il risultato del test entra in pagella. «Da noi - spiega Massimo La Rocca, preside della media Settembrini di Roma - 300 ragazzi faranno la prova. Per dare maggiore serietà a questo evento lo scritto Invalsi sarà utilizzato come se fosse un normale compito in classe. Noi crediamo in questo strumento».

Anche alla scuola media Boccioni, ancora a Roma, spiega la preside Alessandra Sistopaoli, la prova verrà valutata «come un normale compito. Daremo un voto che farà media con gli altri». A Milano lo stesso avverrà alla scuola media Manara: «Il voto sarà conteggiato - dice il preside Alfredo Scotto - perché frutto del lavoro degli alunni». Intanto dal rapporto presentato dalla rivista Tuttoscuola emerge un dato preoccupante: la dispersione scolastica è in aumento dopo i primi due anni delle superiori, anche se meno al Sud. I dati dicono che a fine 2007 avevano abbandonato in 95 mila (il 15,4%). A fine 2010 sono stati 103 mila, il 16,7%.

lunedì 9 maggio 2011

Un gruppo di mamme: "No ai test nelle scuole elementari"

Noi mamme dei bambini e delle bambine della II elementare ci siamo informate sui test INVALSI e abbiamo deciso che non manderemo i nostri figli a scuola nei giorni delle prove. Con questa lettera vogliamo spiegare il perché della nostra scelta e invitare le mamme della V elementare e della I media ad unirsi a noi.
I test INVALSI sono prove standardizzate di italiano e matematica (con risposta a crocette) da svolgersi secondo modalità e tempi rigidamente prestabiliti. A cosa servono? Il ministero afferma che servono a migliorare la qualità delle scuole, molti dicono che in realtà serviranno a tutt’altre finalità, tra cui fare una classifica delle scuole e degli insegnanti.
Diciamo no come mamme perché c’è un’assoluta mancanza d’informazione alle famiglie: al contrario di quanto avviene normalmente per tutte le attività programmate dalla scuola, dei test non ci sono mai stati comunicati il contenuto, le modalità esecutive e le finalità e anche le insegnanti si sono presentate come esecutrici di compiti prescritti dall’esterno;mperché le prove non sono anonime: ogni prova è contrassegnata da un codice, che sarà conservato dalla scuola, che identifica l’alunno; tali codici dunque permettono una tracciabilità nel tempo delle prove dei nostri figli, perché, oltre ai test, viene chiesto ai nostri figli di compilare un questionario in cui si chiedono informazioni sia sulle risorse disponibili in famiglia sia su questioni anche delicate. E’ davvero incredibile che ci venga chiesta l’autorizzazione per qualsiasi tipo di attività proposta dalla scuola (anche una foto di classe) e poi, nel giorno delle prove invalsi gli alunni siano sottoposti a questionari sulla loro vita familiare senza che i genitori ne siano preventivamente informati, perché questi test creano ansia: per la seconda elementare è prevista la prova di lettura di 2 minuti (con il cronometro!) e anche per le altre prove e le altre classi i tempi sono rigidamente prefissati; gli alunni devono fare bene e in fretta. L’ambiente diventa quello da concorso pubblico: neppure i bimbi della II elementare possono allontanarsi dall’aula per andare in bagno; perché i nostri figli dislessici, portatori di handicap, immigrati, insomma tutti coloro che presentano una qualche difficoltà, diventano invisibili e vengono esclusi dalla rilevazione.
Diciamo no come cittadine perché questi quiz non hanno nulla a che vedere con la didattica della scuola che conosciamo; perché queste prove non possono registrare le capacità creative, le capacità critiche, i pensieri non standardizzati; se i quiz acquistano centralità, finiranno per farla assumere anche alla didattica delle crocette; perché i quiz diventeranno sempre più importanti: al Nord alcune scuole si sono fatte pubblicità sbandierando i loro risultati alle prove INVALSI; di fatto serviranno a creare una classifica delle scuole e degli insegnanti e perciò spingeranno sempre di più i docenti a modificare la propria programmazione, elaborata sulla realtà concreta della classe e dei singoli alunni, piegandola invece all’addestramento ai quiz; perché non è questa la scuola che vogliamo per i nostri figli; perché vogliamo una scuola che coltivi l’unicità dei nostri figli, che si faccia carico delle loro difficoltà e delle loro conquiste, una scuola che aumenti davvero la propria qualità e che non finga un sistema di qualità quando nelle classi manca il minimo indispensabile.
Per tutto questo non solo non permetteremo che il ministero utilizzi i nostri figli per le prove invalsi, ma organizzeremo due giornate “didattiche” per dire che la scuola cosi’ come e’ non ci basta, che vogliamo di piu’ per i nostri figli e per la scuola italiana.
Alcune mamme della II elementare Scuola di Fosdinovo – plesso di Caniparola